non c’entra niente ma contiene informazioni utili

Assorbilatte di giorno, cuffietta di notte: le due facce del dopo gravidanza. (una riflessione scritta di qualche anno fa)

A mia insaputa e totale sorpresa, i miei capelli in gravidanza erano tanti, lucenti e  fluttuanti. 

Io sono una liscia naturale e li ho sempre trattati con questo riguardo: al terzo giorno dopo il  lavaggio scatta la coda di cavallo e le radici grasse fanno un bell’effetto gel. 

Durante i nove mesi di pancione invece la detersione dello shampoo durava fino a sei  strabilianti giorni, permettendomi di abbandonare del tutto gli elastici nella loro ciotolina fino al lavaggio successivo. Un risvolto inaspettato della gestazione, come i vestiti aderenti senza dover trattenere fiato e addominali. 

Nessuno me lo aveva anticipato e mi sono alquanto preoccupata quando, dopo l’arrivo del  pargoletto, altrettanto inaspettatamente è iniziato il declino del mio cuoio capelluto: a un  paio di mesi dal parto, a ogni pettinata, a ogni lavaggio e a ogni dormita notturna seguiva una perdita allarmante di capelli. 

Che ciò fosse dovuto all’allattamento esclusivo? Eccesso di produzione lattifera e quindi necessaria carenza di altro per mantenere il corpo in una sorta di equilibrio fisico-statico-osmotico? 

Di giorno mi rifornivo di coppette assorbilatte per limitare il numero di maglie con aloni sul petto, di notte indossavo una invisibile cuffietta nera da parrucca per limitare lo spargimento di capelli.  

Eppure il latte non c’entrava niente. 

Il perchè della caduta dei capelli post-partum è infatti da ricercare nella produzione  ormonale delle donne. Gli estrogeni sono ormoni decisamente femminili, quelli che ci  sottopongono a sbalzi d’umore pazzerelli, a mani e piedi freezy e alle liste delle cose da fare o da dire durante i momenti di insonnia notturna. 

Tali estrogeni aumentano in maniera esponenziale durante la gestazione e diminuiscono  drasticamente dopo il parto.

E non soltanto decidono dove andrà a posizionarsi il tuo  grasso, se sui fianchi o nell’interno coscia, o in base a una combinazione assurda, ma, durante la gravidanza, aiutano i capelli a crescere per un periodo più lungo e a posticipare il momento della caduta a data da destinarsi.  

Non tutti i tuoi 100.000 capelli castani, ma una buona parte.  

In realtà, una data di destinazione c’è. A due mesi dal parto, non soltanto ero ancora gonfia e grassa, stanca e instabile, ma con anche una chioma deprimente fatta di capelli smunti, accasciati e tristi.  

Questo fenomeno leggermente angusto va sotto il nome scientifico di effluvium post-partum e  in media dura fino a 24 settimane. Tutti quei belli capelli che si erano rifiutati di cadere in gestazione grazie agli estrogeni, POUF, se ne vanno, cadono, abbandonano il campo,  privati di quegli ormoni fortificanti.

Si perdono dai 100 ai 300 capelli al giorno, tanti, lo sa  la scopa e lo sa l’aspirapolvere, lo sai tu che li trovi ovunque, e forse anche il gatto che al  posto di palle di pelo vomita intere parrucche. 

Molte donne non vivono questo fenomeno, altre lo hanno sperimentato col primo figlio e non con il secondo. Il primo pargoletto è uno sconvolgimento totale, un’emozione tanto forte da somatizzare in qualche modo. Un effluvium importante può essere connesso ad anemia, a problemi di tiroide e a dimagrimento. 

Comunque è, nella norma, un evento passeggero che si risolve da sé ma che possiamo  facilitare attuando sette mosse segrete: 

mangiare sano, come al solito, tanta frutta e verdura, e fare degli stipi della cucina luoghi  ordinati e salubri, magari installando degli utilissimi chocolate&sugar detector

– introdurre nello stomaco tanto ferro, calcio e zinco

– non abbandonare la regola dei 2 litri di acqua diurni

massaggiare il cuoio capelluto, oltre alle cosce, durante lo shampoo a base di vitamina E  e B e, frequentemente ma non sempre, applicare un balsamo all’olio di Argan; 

annullare tutti gli appuntamenti dal parrucchiere: stop con lacca, gel, permanenti,  piastrate, code strette, arricciature e decolorazioni; 

– lasciare i capelli liberi di asciugare al sole e all’aria, tamponarli e non usare  l‘asciugamano come fosse carta vetrata

– bere té verde che contiene flavonoidi, e non soltanto il finocchio che incrementa la  produzione di latte. 

Il mio disappunto capelluto è durato quattro mesi e più, dopodiché mi sono riempita di  spuntoni terrificanti, capellini in crescita, sparati in aria e incontenibili. Segno che la fase anagen era iniziata per molti. 

E le cuffiette per parrucca sono sparite dalla circolazione, come le coppette assorbilatte. Sei mesi stravolgenti, la rivoluzione a cui segue la normalità.

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