Certo, l’insegnamento è il lavoro perfetto per una mamma, hai i tempi dei tuoi figli e puoi seguirli meglio. Se riesci, puoi portare avanti un secondo lavoro o hobby che ti entusiasmano (magari quando i bimbi iniziano le medie…aaagh!) Io ci proverò da subito, perché una buona parte della mia produzione grafica è premade – loghi, inviti, stampe, template – e la restante parte la decido io, quindi valuto l’orario da dedicare al cliente in base al lavoro da svolgere e alle ore disponibili che mi restano nella giornata.
Per me, davvero, l’insegnamento non è un ripiego. Ho bimbi piccoli e so cosa vorrei per loro dalla scuola, constato ogni giorno da genitore la facilità con cui formiamo il loro modo di essere, di credere, di vedere le cose, di impegnarsi, di sperare; riflettono il nostro stato d’animo, quindi il nostro sorriso ed entusiasmo nel fare o la nostra noncuranza nel non-fare. E poi ovviamente, sono stata studente e ricordo perfettamente gli insegnanti che mi hanno colpito e quelli che ho denigrato insieme alla classe, oppure le colpe di una scuola che, ad esempio, non usava per nulla il potere del cinema, dei film storici, per aiutarci a visualizzare la storia e a sentirla sulla pelle, invece che leggerla solo per memorizzarla.
Attualmente insegno alla primaria, ho avuto la mia prima classe lo scorso ottobre: una quinta vivace, dentro c’erano quasi tutte le tipologie possibili d’alunno dal punto di vista della didattica. Se nei primi giorni il mio cruccio principale era nozionistico (avevo chiuso con greci e romani nel 1998), per il resto dell’anno è rimasto l’intoppo fondamentale per ogni insegnante, quello relazionale. Inutile dire che oggi so meglio chi-cosa-come rispetto alla me di dodici mesi fa. Ho fatto esperienza; so anche come voglio insegnare. Negli States, e probabilmente in molti altrove, ogni docente si riconosce in uno stile di insegnamento ben caratterizzato.
Il mio progetto personale prevede lo sbarco al grado superiore dopo i miei quaranta, e soprattutto dopo un ripasso/studio approfondito e calmo per la cdc in filosofia e scienze umane; questo per far fruttare la mia specialistica.
Devo riportare il mio cervello al suo assetto di diciassette anni fa: era il 2010 quando mi laureai a Perugia, una ragazzina (Gulp! ). Quante cose ha cancellato per far posto alle nuove fondamentali informazioni circa acquisto prima casa, muri portanti, bonus mobili, calcolo millesimale, svezzamento, spannolinamento, primi passi/denti, cameretta o lettone?, e tanti etcetera e senza contare la stanchezza che l’arrivo dei figli porta in te e che distrugge diverse migliaia di sinapsi.
Il fatto buono è che dovrei trovare il tempo per studiare tanta roba e poter partecipare al concorso scuola in dirittura d’arrivo, roba che sto schematizzando per benino a mo’ di infografica poiché il mio stile d’apprendimento è visuo-verbale e il mio stile cognitivo è induttivo e divergente.
Ho scoperto di poter insegnare casualmente, durante una chiacchierata tra mamme al parco.